martedì 3 dicembre 2013

Online per la vita: 1341 bambini salvati dall’aborto



Milletrecentoquarantuno: è il numero dei bambini vivi grazie in larga misura all’opera di “Online for Life“, un’organizzazione pro-life guidata da Brian Fisher. Ce ne dà notizia Lifesitenews.
Fondata nel 2009 ed in rapidissima espansione, “Online for Life” è una delle più recenti ed innovative organizzazioni pro-life degli U.S.A.
Situata a Dallas, in Texas, è guidata da un team di persone espertissime in affari, marketing e tecnologia.
La sua missione è semplice: salvare i bambini dall’aborto.
Più in particolare, “Online for Life” sta cercando di diventare “l’anello mancante” fra le donne orientate all’aborto ed i Centri di crisi di gravidanza pro-life (CPCs), che sono in grado di aiutare queste donne a scegliere la vita.
“Se mi doveste chiedere perchè 1,2 milioni di bambini ancora si abortiscono in America, la risposta è perchè noi non stiamo parlando alle persone che stanno abortendo i loro figli. Questa è la risposta basilare” – dice Brian Fisher.
Ecco dove si rivela utile “Online for life“.
Attraverso l’uso di Google, rigorosamente testato, pubblicità on line, motori di ricerca ottimizzati, volantini e campagne pubblicitarie, “Online for life” raggiunge donne che potenzialmente si trovano spesso sulla soglia di una clinica per l’aborto e le collega invece ad un Centro di crisi di gravidanza salva-vita (CPC).
Online for Life” porta anche tutta la comunità pro-life in questo circuito di informazione, spedendo in tempo reale avvisi di preghiera tramite app mobile connessa alla rete ogni volta che una donna incline ad abortire si collega con un Centro di crisi di gravidanza (CPC) locale.
Precedentemente all’esperienza di “Online for life” Brian Fisher era un imprenditore. Ha operato in  una emergente società finanziaria che è cresciuta dal nulla, arrivando ad avere al suo attivo  un miliardo di dollari in soli sei anni.
E ‘stato durante un successivo periodo di lavoro nel mondo non profit al Coral Ridge Ministres a Fort Lauderdale che Brian ha testato l’idea di “Online for Life” – un’idea che languiva da un certo tempo dopo che gli era stato offerto un posto come Capo della sede operativa  di una grande agenzia di marketing.
Non poteva proprio smettere di pensare alla sua idea, e nel 2009 ha fondato “Online for Life“, basata sul volontariato.
Da quando ha rivolto la sua attenzione al lavoro pro-life a tempo pieno, Brian Fisher ha deliberatamente raccolto tutto quello che ha imparato nel settore-profit per garantire che “Online for Life” offra il massimo “ritorno sull’investimento”, eccetto che ora questo ritorno arrriva sotto forma di vite salvate invece che in dollari guadagnati”.
Attualmente “On line for Life” sta collaborando con 46 Centri di crisi di gravidanza (CPCs), in 23 Stati.
Il primo bimbo salvato? Brian ricorda ancora la telefonata. E ‘stato il 22 giugno 2010. “Online for life“  operava da un mese, ed era gestita interamente da volontari.
Squillò il telefono, ed era la direttrice di un CPC a Pittsburgh. Lei stava chiamando per far sapere a  Brian che quel giorno  un bambino era stato salvato dall’aborto – un bambino la cui madre aveva visitato il CPC grazie al marketing di sensibilizzazione di  “Online for Life“.
“Era veramente il primo,” ricorda Brian. «E personalmente è stato  un punto di svolta enorme per me, per tutto il lavoro, il denaro,  la sperimentazione e i volontari e tutto ciò che ha portato a quel momento. Tutta la frustrazione è stata spazzata via in un attimo, perché un bambino che stava per essere ucciso è stato salvato.”
In quel momento, dice, si rese conto che se avevano potuto salvare quel bambino, ne avrebbero potuto salvare migliaia.
E aggiunge: “Sia lodato Dio, perché egli ha provveduto a noi affinchè fossimo in grado di fare questo.”

di Anna Fusina

Fonte: LifeSiteNews




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