sabato 21 dicembre 2013

CONTRACCEZIONE E CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA



di Anna Fusina 

Contraccezione: analisi del termine
Con il termine “contraccezione[1] vengono raggruppati complessivamente  ed in modo generico tutti i metodi che si usano per il controllo delle  nascite.
Ciò  risulta  però essere ambiguo, poiché le nascite potrebbero essere limitate anche attraverso l’aborto, cioè l’interruzione di gravidanze già iniziate.
E’ opportuno dunque fare chiarezza, distinguendo i vari metodi anticoncezionali in ante e post-concezionali, a seconda che essi prevengano il concepimento o che invece agiscano successivamente al concepimento. 
La differenza è fondamentale,  poiché  i metodi che tendono ad evitare il concepimento non interferiscono con l’esistenza di un nuovo essere umano, mentre quelli che agiscono successivamente al concepimento interferiscono con l’esistenza del figlio eventualmente concepito rendendo l’utero materno inospitale: avvenuto il concepimento infatti egli non troverà nella madre le condizioni indispensabili per crescere, svilupparsi e continuare a vivere. 
Per essere precisi si dovrebbe parlare di metodi contraccettivi e metodi intercettivi.[2]
La contraccezione in senso proprio è un tecnica che viene utilizzata allo scopo di controllare e di impedire (contro) il concepimento (concezione), cioè l’incontro della cellula uovo con lo spermatozoo.
L’intercezione è una tecnica che intercetta l’embrione rendendone impossibile l’annidamento nella parete uterina. In questo caso non si ha dunque un effetto contraccettivo, ma antinidatorio, cioè abortivo.
Occorre precisare che a livello internazionale il termine contraccezione non viene utilizzato in modo univoco.[3]
Negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone, ma anche in molti Paesi europei si usa il termine “contraccezione  includendovi anche metodi che impediscono l’annidamento dell’embrione in utero (intercezione) o che  agiscono successivamente ad esso (contra- gestazione), con un meccanismo quindi abortivo.
Ricordiamo ad esempio  che (…) già nel 1990 la Federazione Internazionale dei Ginecologi e degli Ostetrici (F.I.G.O.), la massima Autorità mondiale in campo ginecologico, includeva il vaccino anti-hCG tra i “contraccettivi” del futuro, intravedendone ampie prospettive di diffusione (F.I.G.O. Manual of Human Reproduction).(…) l’hCG è la sostanza prodotta specificamente dall’embrione al fine di mantenere nell’utero le condizioni indispensabili al proprio sviluppo: quella stessa che si dosa con il test di gravidanza e  che è presente nel sangue materno solo dopo l’annidamento. In questo caso il termine “contraccezione” include metodi francamente abortivi, essendo chiaramente già iniziata la gravidanza”.[4]


Trasformazione semantica dei concetti di “concepimento” e “gravidanza”
É interessante esaminare come è avvenuta l’evoluzione semantica dei termini “concepimento” e “gravidanza”.
Nel suo testo “The facts of life”, Brian Clowes ne analizza la genesi[5].
Antecedentemente al 1965 con il termine “concepimento” viene indicato il momento della fusione di un ovulo con lo spermatozoo (fecondazione) nella tuba di Falloppio.
Nel 1963, il Dipartimento della Salute, Istruzione e Welfare (HEW) degli Stati Uniti definisce “aborto” come “tutte le misure che possono pregiudicare la vitalità dello zigote in qualsiasi momento tra l’istante della fecondazione e il completamento del lavoro”.[6]
Le associazioni abortiste avevano capito che per rendere i prodotti abortivi accettabili per le donne a livello etico e poter aggirare le leggi volte  a vietare l’aborto (la ricerca su questo tipo di prodotti era già in corso in Giappone ed in diversi paesi europei) era necessario un cambiamento di terminologia, atto a confondere il confine tra azione contraccettiva ed azione abortiva.
Ciò si poteva realizzare solamente trasformando la definizione di “concepimento” da momento della fecondazione (unione di spermatozoo e ovulo) a momento dell’impianto in utero dell’embrione, stabilendo così che  se un dispositivo o farmaco avesse impedito l’annidamento, non si sarebbe verificato un aborto.
Storicamente questo cambiamento semantico affonda le proprie  radici in un Congresso che ebbe luogo nel 1959, organizzato congiuntamente dalla Planned Parenthood e dalla Population Council, entrambe associazioni abortiste. In quel convegno il Dott. Bent Bowing, un ricercatore svedese, sostenne la necessità di modificare la definizione di concepimento,  spostando il momento del concepimento da quando avviene la fecondazione a quando si è verificato l’impianto: ”whether eventual control of implantation can be reserved the social advantage of being considered to prevent conception rather than to destroy  an established pregnancy could depend upon something so simple as a prudent habith of speech.”[7]: che al controllo dell’impianto [del concepito nell’endometrio (n.d.r.)] possa essere riservata la funzione socialmente vantaggiosa di poter impedire il concepimento e non quella di interrompere una gravidanza in corso, potrebbe dipendere da qualcosa di così semplice come l’abitudine di prudenza verbale.”
Una questione di “prudenza verbale”: è sicuramente più conveniente dire che la gravidanza inizia con l’impianto perché ciò ci consente di agire sul concepito nella sua fase pre-impianto.
Dopo pochissimo tempo, nel 1962, la Dott.ssa Mary Calderone, allora direttore medico di Planned Parenthood dice: ”if it turns out that these intrauterine devices operate as abortifaciens, not only the Catholic Church will be against them, but Protestant churches as well”.[8]: ”Se si scopre che questi dispositivi intrauterini (ricordiamo che a quel tempo si parlava molto di spirale) agiscono come abortivi, non solo avremo contro la Chiesa cattolica ma pure le Chiese protestanti”.
Nel simposio della Population Council  del 1964, il dott. Samuel Wishik sottolinea che l’accettazione o il rifiuto del controllo delle nascite potrebbe dipendere dal fatto che esso abbia causato o meno un aborto precoce.
Nel 1964 Christopher Tietze del Planned Parenthood e Population Council, sacerdote della libertà procreativa, spinge questa propaganda ulteriormente. Infatti, dopo aver notato che molti esperti religiosi e giuridici accettavano il consenso medico, dice: “if a medical consensus develops and is mantained that pregnancy, and therefore life, begins at implantation, eventually our brothers from the other faculties will listen.”[9]: “Se si sviluppa un consenso medico e si sostiene che la vita, e quindi la gravidanza, comincia dall’impianto, alla fine i nostri fratelli delle altre facoltà ascolteranno.
Tiezte avrebbe poi vinto la Planned Parenthood Federation of America Award Margareth Sanger per contributi eccezionali al movimento pro-aborto.
Alla fine le associazioni abortiste raggiungono il loro obiettivo: il cambiamento di terminologia.
Nel 1965 infatti l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), la maggiore organizzazione di ginecologi negli U.S.A., pubblica il suo primo  Terminology Bulletin (Bollettino di terminologia) introducendo  abilmente una profonda trasformazione semantica: viene stabilito che il concepimento è l’impianto di un ovulo fecondato, cioè il momento in cui esso si annida nell’utero materno.[10]
Con il termine “fecondazione”  (indicata nel mondo anglosassone con “fertilization”) si intende ancora  la singamia, cioè il processo che inizia con la penetrazione dell’ovocita da parte dello spermatozoo e la fusione dei pronuclei maschile e femminile, ma il concepimento (“conception”), da questo momento, non è più identificato con la fecondazione, ma con l’impianto dell’embrione.
Nel Bollettino terminologico dell’ ACOG vengono coniati altri due termini fuorvianti nei confronti dell’aborto precoce: “post-conceptive contraception” e “post-conceptive fertility control”.[11]
Nel 1972 l’ACOG ridefinisce conseguentemente anche il concetto di gravidanza: con il termine “gravidanza” viene indicato il periodo che inizia con l’annidamento dell’embrione in utero e che termina con il parto.[12]
Si tratta di metamorfosi semantiche non suffragate in alcun modo da nuove acquisizioni scientifiche. Si possono considerare piuttosto manipolazioni verbali di carattere strumentale.
Come abbiamo visto,  si voleva riuscire a ridurre la resistenza avverso l’utilizzo di alcuni prodotti con meccanismo d’azione intercettivo (cioè abortivo), includendoli nella categoria dei contraccettivi in senso stretto, per poter così affermare che un prodotto ad azione antinidatoria non è abortivo.
Non tutti accettano queste manipolazioni semantiche.
Il Dott. Richard Sosnowski, capo della Southern  Association of Obstetricians and Ginecologists  e membro di ACOG, evidenzia chiaramente questa strategia nel suo discorso presidenziale del 1984 e si dice preoccupato: ” (…) that with no scientific evidence to validate the change, the definition of conception as the successful spermatic penetration of an ovum was redefined as the implantation of a fertilized ovum. It appears to me that the only reason for this was the dilemma produced by the possibility that the intrauterine contraceptive device might function as an abortifacient.”[13]: “(…) che, senza prove scientifiche per convalidarne la modifica, la definizione del concepimento, intesa come successo della penetrazione dello sperma nella cellula uovo è stata ridefinita come l’impianto di un ovulo fecondato. Mi sembra che l’unica ragione per questo era il dilemma prodotto dalla possibilità che il dispositivo contraccettivo intrauterino potesse funzionare come un abortivo.“
Non c’è dunque nessun contenuto scientifico nel cambiamento, non c’è nessuna valenza descrittiva, ma ovviamente una valenza di tipo manipolatoria, “operativa”.
La scienza dimostra che la vita inizia dal concepimento, identificato come il momento della fecondazione, quando spermatozoo e ovulo si uniscono, formando uno zigote. Testi di embriologia attualmente utilizzati nell’insegnamento universitario lo riportano.[14]
Nel 1998 Joseph A.Spinnato, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Louisville, pubblica uno studio il cui scopo è quelloInizio modulo
 di valutare l'uso della definizione di concepimento dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) nella pratica clinica dei suoi membri e di esplorare le implicazioni delle diverse definizioni di concepimento e di gravidanza in rapporto al processo di formazione del consenso informato.[15]
Viene inviato un sondaggio  a 112 membri dell’Ob/Gyn Society di Louisville chiedendo quale definizione del concepimento essi abbiano usato nella loro pratica clinica e quando hanno ritenuto che la gravidanza abbia avuto inizio.
Sono pervenute le risposte dall’86% (96 su 112) dei soci. Un totale del 73% (70 su 96) (95% CI 69-77%) dei soci ha indicato che il concepimento era un sinonimo per indicare la fecondazione, e il 24% (23 su 96) (95% CI 21-28%) ha indicato che concepimento era sinonimo di impianto. Tra i membri dell’ACOG, il 50% (48 su 96) ha indicato che la gravidanza inizia con la fecondazione, e il 48% (46 su 96) ha indicato che la gravidanza inizia con l'impianto.
Lo studio conclude che, potenzialmente, il processo del consenso informato è compromesso da queste ambiguità ed invita l’ACOG  a riconsiderare le sue definizioni.

La contraccezione d’emergenza
Già a partire dalla prima segnalazione in letteratura nel 1964, l’utilizzazione di preparati ormonali atti ad impedire la gravidanza successivamente al rapporto sessuale è  stata fonte di un acceso dibattito scientifico e bioetico.[16]
Detti prodotti sono stati denominati, a livello internazionale, “contraccettivi d’emergenza”.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che la contraccezione d’emergenza o post-coitale si riferisce a  metodi contraccettivi che possono essere utilizzati per prevenire la gravidanza  nei primi giorni dopo il rapporto.[17]
Questa definizione tre le sue origini dall’introduzione del cambiamento terminologico avvenuto nel 1965 ad opera dell’Associazione dei ginecologi americani (ACOG) (esclusivamente di carattere semantico, come approfondito nel precedente paragrafo) che ha ridefinito il concepimento e quindi l’inizio della gravidanza come il momento  dell’annidamento dell’ovulo fecondato in utero.
Sicuramente non estranei a tale mutamento erano gli interessi che premevano per l’inclusione nell’ambito dei contraccettivi anche di presidi agenti con meccanismo anti-nidatorio.[18]
L’OMS afferma anche che ogni donna in età riproduttiva può aver bisogno, ad un certo punto, della contraccezione d’emergenza per evitare una gravidanza indesiderata ed indica le situazioni in cui deve essere usata dopo che si è avuto il rapporto sessuale.[19] Queste ultime sono riportate anche dalla S.I.C. (Società Italiana della Contraccezione)  nel suo “Position paper sulla contraccezione per via orale” del 6 giugno 2011:

La contraccezione d’emergenza è da utilizzarsi nelle seguenti condizioni:
-          quando non sia stato utilizzato alcun metodo contraccettivo;
-          quando via sia stato il fallimento o l’utilizzo non corretto di un altro metodo contraccettivo, come ad esempio:
° rottura accidentale, scivolamento o errato utilizzo del condom;
° dimenticanza della assunzione di pillole contraccettive combinate orali (…);
° ritardo di più di 12 ore nell’assunzione del contraccettivo orale a base di solo progestinico (desogestrel)
° ritardo di più di 14 giorni dell’iniezione mensile di preparati depot;
° ritardo nell’applicazione o rimozione intempestiva, volontaria o involontaria, di  cerotto contraccettivo o di anello contraccettivo vaginale;
° rottura, lacerazione o rimozione precoce di diaframma  o cappuccio cervicale;
° fallimento del coito interrotto (esempio di eiaculazione in vagina o sui genitali esterni);
° uso improprio o fallimento nell’applicazione di tavolette o creme spermicide;
° errori di calcolo o mancanza di astensione nei giorni fertili del ciclo in donne che   utilizzano metodi basati sull’astinenza periodica;
° espulsione di dispositivo contraccettivo intrauterino;
° in caso di violenza sessuale quando la donna non sia adeguatamente protetta da  un metodo contraccettivo.”[20]

La Società Italiana della Contraccezione, nel Position paper citato, puntualizza che “la  contraccezione d’emergenza viene definita come “metodica contraccettiva” poiché può solo prevenire e non interrompere una gravidanza già in atto (…) “metodica di supporto” in quanto il suo utilizzo non è da considerarsi come metodo contraccettivo abituale o di prima scelta, ma solo quando altri metodi non siano stati del tutto o correttamente utilizzati”.[21] Afferma inoltre che “il termine complementare di “emergenza” suggerisce la necessità dell’uso tempestivo, dopo un rapporto non adeguatamente protetto, per massimizzarne l’efficacia, e sottolinea ulteriormente che tali regimi non sono proposti per un uso abituale, ma esclusivamente sporadico.”[22]
La definizione di “contraccezione d’emergenza” dell’OMS, ripresa poi dalla S.I.C. è stata ed è tuttora oggetto di discussione in ambito scientifico e bioetico. Il nocciolo della questione è sempre da ricondurre al fatto della ridefinizione  del concetto di concepimento e gravidanza da parte dell’ACOG.
La Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo rileva che “questa definizione, puramente convenzionale, ha consentito di considerare come “contraccettivo” qualsiasi strumento in grado di ostacolare la gravidanza, ma non è però scevra da problematicità. Se da un lato infatti  si vuole individuare l’inizio della gravidanza nel momento dell’impianto dell’embrione (evento che per la completa realizzazione richiede peraltro circa un settimana di tempo), nei giorni che intercorrono tra il concepimento e l’adesione  dell’embrione alla mucosa uterina (normalmente circa 5 giorni) si è comunque in presenza di un embrione”.[23]
Non si è di fronte quindi ad un effetto “contraccettivo” ma “antinidatorio”.
Le Dott.sse Maria Luisa di Pietro e Roberta Minacori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, affermano che: “l’evidenza scientifica di tale effetto antinidatorio smentisce, quindi, la stessa terminologia utilizzata per definire l’utilizzo di dati prodotti: non si tratta di un meccanismo contraccettivo (l’inibizione del concepimento avviene solo in una piccola percentuale di casi), bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di un nuova vita umana.”[24]
J. Scotson,  nel 1995, in “Emergency Contraception. Use of the Term is Erroneus“, afferma  che: “It is vital to be accurate when using words and phrases.(...) contraception means against conception that which prevents conception occurring. The object of using the postcoital contraceptive  pills is to prevent nidation and further development of the conceptus and to procure an early chemical abortion. One cannot prevent what has already occurred, and therefore the use of the term emergency contraception for early abortion is erroneous”: “E' fondamentale essere precisi quando si usano parole e frasi. (...) contraccezione significa “contro la concezione”, ciò che  impedisce che si verifichi la fecondazione. Lo scopo dell’utilizzo delle pillole contraccettive post-coitali  è quello di prevenire l'annidamento e l'ulteriore sviluppo del concepito e di procurare un aborto chimico. Non si può impedire ciò che è già avvenuto, e quindi l'uso del termine “contraccezione d'emergenza” per l'aborto precoce è errato.”[25]
Per tale ragione R.G. Rahwan, nel suo articolo “Morning-after birth control”, apparso su Lancet nel 1995, afferma che il termine “contraccezione d’emergenza” è equivoco e che è necessario parlare di “intercezione d’emergenza” o di “interruzione della gravidanza d’emergenza”.[26]  
     




Note
[1] Cfr.: Bruno Mozzanega, Da vita a vita – Viaggio alla scoperta della riproduzione umana, SEU, Roma,      2010, pp. 174, 202-203 e  Bruno Mozzanega, “Educazione sessuale: aspetti biologici” in F. Bonarini, F. Ongaro e C. Viafora (a cura di), Sessualità e riproduzione: tutto sotto controllo?, FrancoAngeli, Milano, 2004, pp. 241-250
[2] Giovanni Russo (a cura di), Enciclopedia di Bioetica e Sessuologia, Elledici, Torino, 2004, pp. 538-539

[3] Bruno Mozzanega, Considerazioni su ellaOne e sul suo meccanismo d’azione in     http://www.portaledibioetica.it/documenti/005503/005503.htm
[4] Bruno Mozzanega, Considerazioni su ellaOne e sul suo meccanismo d’azione in http://www.portaledibioetica.it/documenti/005503/005503.htm
[5]Brian Clowes, The Facts of Life, HLI, Virginia 2001, Chapter 2 in
 www.hli.org/index.php/the-facts-of-life/245?task=view
[6]Brian Clowes, The Facts of Life, HLI, Virginia 2001, Chapter 2 in
[7] ALL, A declaration of life by pro-life physicians, 1 gennaio 2000 in   http://www.all.org/article/index/id/MjUxNQ/
[8]  ALL, A declaration of life by pro-life physicians, 1 gennaio 2000 in   http://www.all.org/article/index/id/MjUxNQ/
[9]Paul Pauker, Abortion, Birth Control, and Medical Deception,in http://liveactionnews.org/investigative/fact-check/abortion-birth-control-and-medical-deception/
[10]Brian Clowes, The Facts of Life, HLI, Virginia 2001, Chapter 2 in
 www.hli.org/index.php/the-facts-of-life/245?task=view
[11] Brian Clowes, The Facts of Life, op. cit., Chapter 2
[12] Brian Clowes, The Facts of Life, op. cit., Chapter 2 
[13] Brian Clowes, The Facts of Life, HLI, Virginia 2001, Chapter 2 in
 www.hli.org/index.php/the-facts-of-life/245?task=view
[14] Cfr. Keith Moore and T.V.N. Persaud, Before We Are Born: Essentials of Embryology and Birth Defects 5th ed. (Philadelphia: W.B. Saunders Company), 1998, p. 36: “Although human development is usually divided into prenatal (before birth) and postnatal (after birth) periods, development is a continuum that begins at fertilization (conception”) in www.unmaskingchoice.ca/training/classroom/science;  Keith L. Moore, T.V.N. Persaud, The Developing Human: Clinically Oriented Embriology (Philadelphia: Saunders, 1998, p. 2-18 (ed. italiana: Moore – Persaud, Lo sviluppo prenatale dell’uomo, EdiSes 2009): “ [lo zigote]deriva dall’unione di un oocita e d uno spermatozoo” (...) Uno zigote è l’inizio di un nuovo essere umano. Lo sviluppo umano inizia dalla fecondazione, il processo durante il quale un gamete maschile o spermatozoo  si unisce con un gamete femminile o  oocita per formare una singola cellula chiamata zigote.(…) questa cellula totipotente, altamente specializzata, segna l’inizio di ognuno di noi come un individuo univoco” in  www.termpaperwarehouse.com/essay-on/Abortion-Is-It-Moral-Or/48874 ;  
G. Goglia, Embriologia umana, Piccin Nuova Libraria, Padova, 1997, Cap.1: “Il primo atto della costituzione di un nuovo individuo è rappresentato dalla fecondazione la quale consiste nella fusione di due speciali cellule, l’una di origine paterna detta spermatozoo, l’altra di origine materna detta ovocita”;Thomas W. Sadler,  Embriologia medica di Langman ( ed. it. a cura di Raffaele De Caro e Sergio Galli), Elsevier Masson srl, Milano 2009, p. 11: “Lo sviluppo di un essere umano comincia con la fecondazione, un processo mediante il quale lo spermatozoo maschile e l’oocita femminile si uniscono per dare origine a un nuovo organismo, lo zigote.”
[15] Joseph A. Spinnato, Informed consent and the ridefinig of Conception: A decision illconceived? in Journal of Maternal and Neonatal Medicine, 1998, vol. 7, No. 6, pp. 264-268 in  www.informahealthcare.com
[16] AA.VV., Levonorgestrel post-coitale: una lettura aggiornata della letteratura medica in Ginecorama n. 2, Aprile 2012, p. 22-23
[17]Who Media Center, Emergency contraception, Fact sheet N.244, luglio 2012 in http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs244/en/index.html: “Emergency contraception, or post-coital contraception, refers to methods of contraception that can be used to prevent pregnancy in the first few days after intercourse.”
[18]  AA.VV., Levonorgestrel post-coitale: una lettura aggiornata della letteratura medica, cit., p. 22-23
[19] Who Media Center, Emergency contraception, Fact sheet N. 244, luglio 2012 in http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs244/en/index.html: “Emergency contraception, or post-coital contraception, refers to methods of contraception that can be used to prevent pregnancy in the first few days after intercourse.”
[20] S.I.C. Società Italiana della Contraccezione, Position paper sulla contraccezione d’emergenza per via orale, 6 giugno 2011, p.1
Cfr. anche Royal College of Obstetricians and Gyneacologists (RCOG). Faculty of Sexual & Reproductive Healthcare – Clinical Guidance. Emergency Contraception, Clinical Effectiveness Unit. London: RCOG; August 2011 (Updated January 2012) e International Consortium for Emergency Contraception – International Federation of Gynecology & Obstetrics (FIGO), Emergency Contraceptive Pills. Medical and Service Delivery Guidelines.Third Edition 2012. New York: ICEC, 2012
[21] S.I.C. Società Italiana della Contraccezione, Position paper sulla contraccezione d’emergenza per via orale, 6 giugno 2011
[22] S.I.C. Società Italiana della Contraccezione, Position paper sulla contraccezione d’emergenza per via orale, 6 giugno 2011
[23] Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo, Ulipristal acetato (CDB 2914)  Meccanismo d’azione: aspetti scientifici, deontologici ed etici - Relazione tecnico –scientifica,  16 aprile 2010 (allegata ad Esposto all’Autorità della Concorrenza e del Mercato su ellaOne dell’Avv. Gianfranco Amato del 3 maggio 2010)
 [24]Maria Luisa Di Pietro, Roberta Minacori, La “contraccezione d’emergenza” in “Medicina e Morale”, n. 1, 2001, pp. 11-39
[25]J. Scotson, Emergency Contraception. Use of the Term is Erroneus, BMJ 1995; 311. 762-763 in http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2349859/?page=1
[26] Maria Luisa Di Pietro, Roberta Minacori, La “contraccezione d’emergenza”, op. cit., p. 11-39




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