domenica 14 luglio 2013

Sindrome di down e l'espressione artistica

MILANO - Che Fabio avesse un talento da attore fuori dal comune, è stato chiaro fin da quando ha cominciato a frequentare il laboratorio di recitazione per disabili del Teatro delle Muse di Ancona, la sua città. La conferma è arrivata dalla prima esibizione in pubblico. Il suo regista, la ricorda ancora: «Eravamo a un festival per bambini e avevamo messo in piedi uno spettacolo di teatro di strada. La gente si fermava a guardarlo incantata. Perché lui è un clown perfetto. Un clown lunare, come Pierrot. Ha un'espressività e una corporeità innate». Fabio, 36 anni, è il protagonista di "Voglio la luna",. L'attore è affetto dal mosaicismo,( la forma meno comune della sindrome di Down). In questo caso, non tutte le cellule dell'organismo hanno un cromosoma in più e anche i tratti della sindrome (sia quelli fisici che il ritardo mentale), variano a seconda della percentuale di cellule trisomiche, ovvero quelle che presentano l'anomalia della sindrome di Down, rispetto a quelle normali.  Dopo aver studiato informatica alle scuole superiori, Fabio ha lavorato come bidello nelle scuole. Qualche anno fa, spinto da sua madre Christiane, ex massoterapeuta con la passione per il teatro, ha partecipato al laboratorio teatrale per disabili e promosso dal Teatro delle Muse di Ancona con la cooperativa Gemma in cui vi partecipano giovani fra i 30 e i 40 anni, affetti da diverse disabilità: dalla sclerosi multipla alla sindrome di Down. «All'inizio Fabio non ci voleva venire, tanto che per convincerlo ho dovuto recitare anch'io  racconta Christiane “. Ora invece è molto felice. Ha trovato la sua vera dimensione». Fabio, appassionato di informatica e di calcio, ora fa l'attore a tempo pieno. E come tutti gli attori ha un sogno, che ha confidato a sua madre e a suo padre Gabriele: «Chissà se un giorno un regista mi noterà e lavorerò anche al cinema?». In Nella commedia teatrale "Voglio la luna" Fabio interpreta un bambino che riesce a fare una cosa impossibile: catturare la luna e portarla nella sua cameretta. Alla fine però, scoprirà che il mondo senza luna non è più lo stesso e deciderà di lasciarla andare, per condividere la sua luce con i bambini del pubblico. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Pirata, è stato tra i finalisti al Premio Scenario Infanzia 2010. «Spesso ai disabili vengono proposti lavori manuali: fare le fotocopie alle pulizie, a volte il rispondere al telefono, ma di rado si prendono in considerazione anche le loro capacità comunicative. Farle emergere è quello che cerchiamo di fare con i laboratori di recitazione “ spiegano Simone Guerro, il quale ha scritto lo spettacolo insieme a Lucia Palozzi “. Fabio ha una fisicità particolare e una capacità espressiva sconcertante. La sua comunicazione corporea è piena di energia e ci ha lasciati subito a bocca aperta». Da qui la decisione di provare a farlo esibire in pubblico, insieme ad altri attori. «E qui lui ci ha sorpreso di nuovo, dicendoci che quando vede gli occhi dei bambini che lo guardano non sente più la stanchezza. Il pubblico, come uno specchio gli ha trasmesso l'immagine di quello che stava eseguendo. E lui ha capito che era una cosa bella e che quella gente era lì per lui. Lì abbiamo capito che era in grado di sostenere un vero spettacolo da protagonista e così è nato "Voglio la Luna"».

Fonte: http://www.rsmcampobasso.it

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