venerdì 1 luglio 2011

“L’ALTRO” ABORTO CLANDESTINO QUELLO CON LE COMPRESSE ANTIULCERA

di Bruno Mozzanega *

Il Cytotec (misoprostolo) è un farmaco per la terapia dell’ulcera gastrica, ma viene usato in tutto il mondo per indurre l’aborto grazie alla sua capacità di provocare le contrazioni uterine.
Il Cytotec è già usato nei protocolli di Ivg farmacologica in associazione alla RU-486, ma induce l’aborto anche da solo. E’ inoltre disponibile nelle farmacie dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile.
Ad usarlo per l’aborto clandestino sembrano essere le straniere, ma stupirebbe che il “mercato” italiano ignorasse un metodo così “sicuro” sia per la donna che per il medico.

I dati scientifici sono concordi: il sito della Fda (http://www.fda.gov ) ne descrive gli effetti abortivi prima ancora di quelli terapeutici e Pub Med, rassegna delle maggiori riviste internazionali (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed ), segnala 330 articoli sul tema “Misoprostol and first trimester abortion” e 233 su “Misoprostol and second trimester abortion”. Ne emerge un’efficacia superiore al 90% nei primi tre mesi e del 70-80% fino al sesto mese di gravidanza.
La divulgazione del metodo in rete è ampia: siti stranieri spiegano come procurarsi e usare il farmaco (http://www.womenonwaves.org/set-274-en.html ), ma altrettanto esplicito è il sito dei radicali italiani (http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa ).
Nel Congresso del 2006 a Roma (www.fiapac.org ), la Federazione internazionale operatori di aborto e contraccezione ha definito il Cytotec “farmaco salvavita” data la sicurezza per la salute della donna. I delegati italiani erano un migliaio: una rete capillare di operatori in grado di usare il farmaco per indurre l’aborto.
Solo pazienti straniere, però, ne ammettono l’uso. Lasciate sole con la raccomandazione di espletare l’aborto a casa e prive di medici “di fiducia” collegati al Servizio sanitario nazionale, in caso di complicanze si rivolgono all’ospedale e rivelano l’assunzione del Cytotec.
E le italiane? E’ improbabile che il medico italiano che pratica l’aborto clandestino ricorra ancora alla tecnica chirurgica che richiede un coinvolgimento diretto, lascia tracce e lo espone al rischio di denuncia, quando invece dispone di metodi che lo tengono al di fuori di tutto.
Gli aborti clandestini – è bene ricordarlo – sono ancora una realtà quantificata in 20mila casi all’anno; ad essi si aggiungono 73mila aborti spontanei, aumentati, rispetto al 1982, di 17mila casi all’anno (Istat, 2008): un incremento medio del 30% che però nelle minorenni sfiora il 70%.

Se questo surplus di aborti spontanei rappresentasse anche solo in parte gli insuccessi (5-10%) del Cytotec ne emergerebbe un sommerso di aborto illegale di dimensioni inimmaginabili a carico soprattutto delle giovanissime, le stesse che già abusano della “pillola del giorno dopo”.
Per ricorrere all’aborto farmacologico clandestino la donna deve trovare un medico “di fiducia” e certamente esiste in Italia una rete di sanitari in grado di assisterla. Dopo la diagnosi di gravidanza, che è un fatto privato grazie ai test reperibili in farmacia, la donna si rivolge al medico prescelto; un’ecografia confermerà la presenza di un embrione vivo.
L’utilizzo del Cytotec sarà autogestito: 4 compresse inserite profondamente in vagina più eventualmente altre 4 il giorno successivo. Il farmaco si ottiene con facilità: ogni medico può prescriverlo, o acquistarlo da sé e fornirlo; una confezione contiene 50 compresse.
Se tutto procederà senza complicanze, il medico resterà disponibile e alla fine, con un’ecografia, accerterà l’assenza di materiale in utero. Di questa gravidanza non resterà traccia. Esce da ogni contabilità. E’ quanto succede in oltre il 90% dei casi.
Nel caso di complicanze, la paziente sarà ricoverata per “aborto spontaneo” e sottoposta a revisione della cavità uterina. La donna italiana, attentamente seguita, non ha motivo di rivelare l’assunzione del farmaco.
I quesiti aperti però sono inquietanti. Il Cytotec è disponibile nelle farmacie. I medici abortisti tacciono: nessuna opposizione ad un aborto ormai libero, autogestito e sicuro. (...)

*Dipartimento di Scienze Ginecologiche e della Riproduzione Umana – Università di Padova


Tratto da  Newsletter nr. 18 di Scienza e Vita

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